sabato 27 aprile 2013

Un'idea di bellezza, anzi otto: nell'arte d'oggi, da Firenze

Vanessa Beecroft VB66, 2010

Jean-Luc Mylaine, Fevrier-Mars-Avril 2007

“Che cosa sia la Bellezza non so”scriveva Albrecht Durer in pieno Rinascimento europeo. E se non lo sapeva lui,figurarsi noi, che questo dubbio ce lo trasciniamo da secoli. Ma è ancor piùspiazzante vedercelo riproporre a Firenze, adagiata sulle sue certezze antiche,da una mostra che discute su “una idea di bellezza” indagata da otto artisticontemporanei. Si tiene in Palazzo Strozzi, dove si celebra la primavera delRinascimento di cui abbiamo scritto nella domenica di Pasqua. Bisogna peròscendere negli spazi underground, nelle ex cantine ristrutturate. Lì il Centrodi Cultura Contemporanea La Strozzina diretto da Frankiska Nori allestisce rassegneannuali che propongono tematiche impegnative su questioni poste dall’arte dioggi. Delicato e controverso è il rapporto con la bellezza, a cominciare dallasua identità mutevole. In tempi moderni l’arte ne ha preso le distanze e si èrifatta una vita sua. Ha provato a definirsi non come esperienza estetica macome avventura di conoscenza. Però “in un’epoca dominata da un’estetizzazioneesasperata”, segnala la curatrice, in molti artisti riaffiora una sorta didesiderio represso, di nostalgia. Ma non si tratta di riproporre vecchi ingannio di rifarsi il trucco. E’ il bisogno diffidente e oscillante di un rapportonuovo, di una bellezza “intesa come esperienza esistenziale più profondadell’uomo e del suo rapporto col mondo”. Su questa ricerca dubitosa s’inoltrala mostra, chiedendo aiuto anche ai visitatori: invitati a postare su computeruna definizione o idea di bellezza.
Diversi assai fra loro sono gliotto artisti. Tracce di bellezza secondo canoni classici (armonia, proporzione)si possono riconoscere solo in Vanessa Beecroft, l’italiana più acclamata edetestata proprio per l’estetizzazione delle sue messinscene. Ma nel video,nella scultura e nella foto in mostra, relativi alla performance VB66 nel mercato ittico di Napoli (2010),i corpi in abbandono delle ragazze negre e le nere statue mozzate rinviano aduna funerea Pompei della bellezza. Un’idea di riscatto dallo squallore di unacittà povera mediante la coloritura degli edifici presiede alla nota operazionedi beautification, abbellimentosociale, realizzata nel 2003 da Edi Rama sindaco-pittore di Tirana e volta a docuvideorelazionale da Anri Sala, celebrato albanese anche lui. Con qualche analogia,il fotografo tedesco Andreas Gefeller riprende in Giappone intrichi di cavielettrici e telefonici sospesi per le strade e con sapienti pratiche digitalili traduce in “quadri” di nervosa astrazione segnica con tocco di japanisme. “Vera pittura” , conapparenza di realismo disadorno, sono i quadri di paesaggio e d’interni delpolacco Wilhelm Sasnal. Ma nelle malinconiche stesure di neri notturni, diverdi e blu marciti, nelle figure smangiate come da fotografia in controluce labellezza è semmai un miraggio che svanisce.
Per una specie di legge delcontrappasso, ci provano con più convinzione alcuni eredi del concettualismo. Unabellezza fragile e misteriosa promana dagli uccelli fotografati su rami dialberi dal francese Jean-Luc Mylaine con “sedute” di posa che durano anche mesidurante i quali si stabilisce un rapporto di confidenza fra l’artista e i suoimodelli viventi: una sorta di estasi mentale dentro spazi di natura dilatati inluce-aria. Un misticismo geometrico e da camera presiede invece l’installazionedella polacca di Berlino Alicja Kwade:  lampade da tavolo posate per terra sono accesecontro paratìe di vetri con effetti di smarrimento –moltiplicazione deirapporti visivi. Sciorina più soluzioni la piacentina Chiara Camoni: unpaesaggio archeologico ricomposto con frammenti di marmo trovati, una nonna chea 90 anni ridisegna “per diletto” figure della storia dell’arte o riscrive apenna un saggio di Heidegger; e riprese video di micidiali ebollizioni edesalazioni di gas tossici in una valle irpina che più che al Bello rinviano al Sublime.S’impegna a suggerire bellezza come esorcizzazione rituale della violenza e catarsiteatrale della storia la serie di video e film Body of War 2010 girati dall’anglo-spagnola Isabel Rocamora. Sullespiagge di Normandia, fra i resti spettrali di bunker dopo lo storico sbarcoalleato del 1944, soldati in tutta mimetica combattono corpo a corpo secondo movenzeda addestramento, ma stilizzandole al ralenti quasi a modo di danza, su musicadi Arvo Part.
Theodor Adorno scrisse che dopoAuschwitz nessuna bellezza è possibile all’arte. Gli artisti messi insiemedalla Strozzina sembra che vogliano riprovarci, attraversando i campi minatidella postmodernità. E’ una partita che si gioca sui margini e fra gli intervalli,le vittorie sono dubbie o affidate alle sorprese. Lo sanno i curatori dellamostra. Accanto alla sala dove si cimentano i visitatori è collocato condiscrezione un monitor che trasmette tre minuti tratti dal film American Beauty di Sam Mendes, 1999. Inun contesto di crisi esistenziale di adulti, due adolescenti s’incontrano. Luimostra a lei un video dicendole che è “la cosa più bella” che ha girato. E’ unsacchetto di plastica che vola nell’angolo di una strada, e danza nel vento.

*La mostra “Un’idea di bellezza” è aperta a Firenze, nel Centro diCultura Contemporanea La Strozzina (Palazzo Strozzi) sino al 28 luglio. Orari:martedì-domenica 10-20, giovedì 10-20.30. Ingresso 5 euro, ridotto 4, cumulativocon la mostra “La primavera del Rinascimento” euro 12,50 – 10. Catalogo ed. Mandragoracon testi di Franziska Nori, Gianluca Garelli, Elaine Scarry. Info: tel. 0552645155, www.strozzina.org

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