sabato 27 aprile 2013

le nuove icone e i piccoli circhi di Lello Gelao



Torna ad esporre dopo quattroanni nella “sua” galleria Lello Gelao. Quasi interrompendo con la sua pittura adolio la lunga sequenza “fredda” di artisti, artiste per lo più, in prevalenzadi area nordeuropea convocati dalla moglie Angela con i mezzi privilegiati delvideo e della fotografia. Però il lungo bordocampo non ha fatto maleall’artista barese: gli ha consentito di raffinare ulteriormente il nuovo corsoesibito nella personale del 2009. Quando presentò  - al giro di boa dei cinquant’anni, scrissiallora – una serie di figure maschili solitarie, assorte in sguardi di maturamalinconia o attesa, definite con aguzza semplificazione nel contesto di unapittura à plat,senza volumi, quinditendenzialmente astrattiva: con debiti dichiarati all’area pre-post pop, daAlex Katz a Elisabeth Peyton. Quella scelta iconica si ripropone ora, consviluppi interessanti ai quali non deve essere estranea la frequentazione dellacultura nord-mitteleuropea: anche con rapporti diretti (risale a tre anni fauna sua personale a Dusseldorf) . La crescita si nota nella maggioreasciuttezza “gotica” assunta dalle figure, grazie a minimi interventi graficicompiuti con il colore stesso, che intagliano ombre di pieghe nelle camicie,ritagliano i profili, accentuano particolari anatomici. Così gli sguardi sonosempre sfuggenti, ma hanno assunto consapevolezza di sé, quasi una ostentazionedi alterità capace di dominare la fuga degli spazi cromatici in cui sono incisi.Concorre la dimensione maggiore e la tensione delle composizioni in lungo e l’intensitàassunta dai rapporti di colore, non più “di fermo pallore” come quattro anni fa.Esemplare la grande pala con ritratto dominato da un monumentale cappotto inblu.
All’”invisibile presente” delle nuoveicone fa da contrappunto la grazia di alcuni teatrini sospesi in griglie esili conelementi da circo realizzati in materiali poveri, fili stoffe carte e vetri,con statuine bianche di orsi e leoni ammaestrati. Ricorre qui la dimensione di sognatigiochi d’infanzia, riversati nella pittura degli esordi. Ma teatrini oggettuali(“Le Cirque du Soleil”) apparvero già nel 2007 presso l’Acif di Mimmo D’Oria, piùschematici – se non ricordo male – di questi ora realizzati con realismo inminiatura. Presso Muratcentoventidue, sino al 15 maggio. Dal martedì al sabato,17-20. 
Info: tel. 393 8704029, 392 5985840, www.muratcentoventidue.com

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