giovedì 23 maggio 2013

Da Bari a Venezia la Malinconia in pose diverse

Sono dedicate a Cristiano De Gaetano, l’artista tarantino scomparso a soli 37 anni, le fotografie che Nicola Vinci espone per la prima volta a Bari nella galleria Doppelgaenger, per una mostra a due con Andreas Senoner, giovane scultore altoatesino. Nicola che da diverso tempo vive a Verona, è coetaneo e conterraneo  di Cristiano (è nato a Castellaneta nel 1975). Ha condiviso gli studi nell’Accademia di Bari –Mola. Esposero insieme a Bari nel 2007 per una mostra sul tema “Children” nella galleria Muratcentoventidue. Da anni Vinci mette in pose di straniante e struggente malinconia bambini e bambine solitari o in coppia, in stanzoni svuotati e degradati dall’abbandono del tempo, con porte che si socchiudono su vuoti di ombra. Nella serie di immagini digitali 2013  appare un bambino che indossa un costumino con scheletro dipinto, patetico più che macabro. Sembra voler giocare con la morte piuttosto che annunciarla. Lo osserva un fantasma di bambina in rosa, mentre per terra sono sparsi fogli di quaderni e pubblicazioni, anche di arte. La sofisticata tecnica di stampa gicléé accentua l’aura da pittura simbolista delle scene. Sono di bambini, anzi di ragazzi anche le statuine solitarie in legno dipinto che Senoner, 31 anni, erige con più compassata stupefazione di sguardi, fra primitivismo ben educato e realismo magico novecentista (c’entrano gli studi nell’Accademia di Firenze?). Non c’è desolazione ma elegia di tempo sospeso o perso, con tocchi di surreale ironia: un paio di orecchi mickey mouse, un vestito di piume blu-nere, una sospensione in gabbia di uccello…
Mentre il Dittico (curato e commentato – come le mostre precedenti - da Vittorio Parisi) è in corso in Palazzo Verrone sino al 21 giugno, Antonella Spano e Michele Spinelli preparano una impegnativa trasferta di Doppelgaenger a Venezia. Presentano, in concomitanza con la Biennale, la prima personale italiana di Tony Fiorentino, giovane artista nativo di Barletta che vive a Londra. Si terrà nel suggestivo spazio presso San Marco aperto da Norbert Salenbauch, il noto collezionista tedesco che due anni fa ospitò una mostra-performance di Valentina Vetturi. L’autore farà crescere in grandi ampolle di vetro alcune “sculture mutanti”, concrezioni che si formano da immersioni di zinchi in una soluzione di composti chimici: alchemico connubio fra arte e scienza, ispirato alla celebre Melancholia di Durer.

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