sabato 4 maggio 2013

A Capri l'arte va a scuola, con Baruchello


Nuvole nere corrono fra squarci di sole nel cielo di Capri. Non se ne curano frotte di turisti tedeschi e giapponesi. Noi invece abbiamo a che fare con frotte di ragazzini vocianti: gli scolari delle due scuole medie dell’isola. Vogliono mostrarci i frutti del loro lavoro di una settimana trascorsa con otto giovani artisti venuti dal continente, quasi tutti di area milanese. Un’esperienza inusuale, perché si trattava di reinventare con i mezzi poveri della scuola, dividendosi in gruppi,  percorsi propri dell’arte contemporanea: mini installazioni, mini planimetrie, video interattivi, una stazione radio, dipinti concettuali, fanzine e album “narrativi”, collages fotografici e di moda. E come preludio e sintesi, due “giardini” collocati all’ingresso delle mostre:scatole di cartone disposte in circolo attorno ad un centro di sassi e d ivasetti con piantine, colorate a mano, colme di ritagli di foto, oggettini o disegnini, ispirati a parole-chiave su virtù, valori, desideri, speranze trascritte su fogli issati come bandiera. Li ha guidati in questa ouverture simbolica Gianfranco Baruchello, l’89enne artista pioniere di una personale avanguardia concettual-poverista che ha elaborato sin dai Sessanta l’idea di Giardino come “paesaggio mentale”: dalla “Agricola Cornelia” fondata nel 1973 ai cinque alberelli di gingko biloba piantati nel 2012 nel Torrione Passari a Molfetta, per una mostra curata da Giacomo Zaza.
 In coerenza ideale quindi con l’iniziativa promossa dalla Fondazione Capri:  la terza edizione di “Travelogue”, un progetto rivolto a promuovere la conoscenza della cultura e dell’arte contemporanea fra i ragazzi dell’isola. Progetto di semina in tempo lungo, che s’iscrive con intelligenza nel programma per il quale si è costituita nel 2009 la Fondazione con il concorso di imprenditori,albergatori e commercianti del luogo: coniugare turismo e cultura non solo tutelando il patrimonio di natura e storia dell’isola, ma soprattutto rilanciandone la vocazione come centro internazionale di incontri e come laboratorio artistico. D’intesa ovviamente con i due Comuni di Capri e Anacapri e con i responsabili e i docenti delle scuole. Così Travelogue 2013 ha affidato a due giovani curatori-critici milanesi, Damiano Gulli e Arianna Rosica, la scelta degli artisti-tutor da coinvolgere in un progetto con filo conduttore comune. Si trattava di sperimentare in concreto le idee di Richard Sennett, il sociologo americano assurto a celebrità con una serie di saggi che rilanciano il valore dell’esperienza manuale (“L’uomo artigiano”, 2008) e con essa la valenza anche politica oltre che sociale della cooperation, “l’agire insieme”. S’intitola proprio “Insieme.Rituali, piaceri, politiche della collaborazione” il libro edito da Feltrinelli l’anno scorso. Potrebbero leggerlo utilmente i ministri del governo Letta, ma con l’avvertenza che Sennett è stato consigliere di Obama e si oppone alle politiche di stampo liberal - rigorista.
Di qui l’interesse esemplare, a largo spettro, dell’evento di Capri. Ha voluto provare la positività di incontro creativo fra l’apprendimento personale del sapere e del fare e la coralità del progettare e lavorare in collettivo. Inconsueto il campo prescelto: il rapportofra scolari in erba e giovani portatori di saperi nuovi, al di fuori degli schemi della “educazione artistica”, coni modi e i materiali della post-modernità. Interessanti i risultati, guidati nell’istituto  “Ippolito Nievo” di Capri da Marcello Vanzo, Michele Tocca, Davide Stucchi, Paolo Gonzato e nell’istituto “Vincenzo Gemito” di Anacapri da Igor Muroni, Angelo Sarleti, Damiano Colacito,Sophie Usener. Ma più che i prodotti contano i processi: vigilati con serafica attenzione da Baruchello, che ha interrotto per Capri le pratiche di doppia partecipazione alla prossima Biennale di Venezia, invitato com’è sia nel “Palazzo Enciclopedico”di Massimiliano Gioni che al Padiglione Italia curato da Bartolomeo Pietromarchi. Ben eretto sul bastone da passeggio, può ben ripetere qui, contemplando i lavori dei giovanissimi allievi, il titolo di un suo libro scritto-visivo del 1989: “Bellissimo il giardino”.

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