martedì 21 maggio 2013

Il Libro infinito sfogliato dagli artisti (per una mostra nel MARCA di Catanzaro)



Non si può fare a meno di pensare alla Biblioteca infinita di Borges entrando nel MARCA, il Museo d’arte di Catanzaro. Nell’atrio si erge una torre cilindrica fatta di libri stratificati come mattonelle. All’interno la torre si fa pozzo vertiginoso di cerchi cromatici, grazie a due specchi alla base e in alto. Così l’artista slovacco Matej Krén sublima l’esaltazione del Libro che viene proposta dalla grande mostra “Bookhouse” con circa 50 artisti internazionali. Anche in chiave drammatica, come annuncia all’esterno del museo una cascata di libri eruttati da un’alta finestra sino a spargersi al suolo. L’autrice della solidificata catastrofe, la spagnola Alicia Martìn, ci avverte subito che proprio il Libro come oggetto è il protagonista della stimolante rassegna curata da Alberto Fiz. Con tutte le avventure, trasformazioni e trasposizioni che l’arte contemporanea ha voluto dedurre dal nostro rapporto con l’esperienza del leggere.
L’alternativa di fondo sembra essere fra la traduzione della forma-libro in materiali e processi “estetici” e l’adozione del libro come oggetto concettuale- relazionale. Alla prima linea si rifanno artisti famosi con “sculture”ad alta valenza espressiva. Grandi pagine di acciaio dipinto sono aperte a ventaglio da Michelangelo Pistoletto. Kounellis le dispone come lastre su cui trascrive neri messaggi. Kiefer accumula tormentati fogli di piombo come codici strappati dal tempo. All’inverso, autori di nuova generazione adottano libri veri come “volumi” per  solide composizioni. Sono mattoni di un muro che s’innalza e crolla senza tregua nella videoinstallazione di Anouk Kruithof. Si offrono a Richard Wentworth per una installazione aerea, quasi un mobile oggettuale alla Calder. Diventano raffinati origami votivi nel lavoro d’intreccio di testi buddisti operato da Sabina Mezzaqui.
La distinzione conosce molti passaggi intermedi, ibridazioni di felice ambiguità. La sagoma di cavallo profilata da Mimmo Paladino in legno imbiancato contiene scaffali con copie dell’Ulisse di Joyce illustrato da lui. Di Oldenburg, campione della pop art, campeggia una insolita “scultura” di maestosità visionaria realizzata nel 1989 con la moglie Coosje Van Bruggen: evoca con forme in materiali plastici una biblioteca che si disintegra in una natura selvaggia. Non è poi così lontano come sembrerebbe il libretto recuperato nel 1973 da una discarica da Robert Rauschenberg con i margini bruciacchiati. Artisti di diversa estrazione e generazione sono accomunati dal sentimento inquieto della consunzione e insieme della resistenza che il libro oppone all’entropia del tempo, agli assalti dei fanatismi, ma anche al suo problematico destino nell’era della rivoluzione digitale. Di qui la fascinazione di biblioteche e librerie come custodie e sacrari: la segnalano in visioni fotografiche diversamente intriganti Candida Hofer, Per Barclay, Lisa Schmitz, Clegg & Guttman. Maria Friberg si distende addirittura in cibachrome dentro una protettiva nicchia di libri in cuoio.
Evoca vicende storiche Paolo Canevari bruciando in video su un fornello il libro Mein Kampf di Hitler. All’inverso Michael Rakowitz  rifà un manoscritto della biblioteca di Kassel bombardata nel 1943 con la pietra ricavata dalle caverne dell’Afghanistan in cui erano scolpiti i Budda distrutti dai talebani. Ma la crisi della scrittura come portatrice di significati era stata dichiarata con ironia concettuale nel 1968 da Emilio Isgrò (in mostra le tavole del suo Cristo cancellatore). Nel 1970 Vincenzo Agnetti dispiegava il testo tagliato del Libro dimenticato a memoria, Irma Blank nel 1977 liberava con finezza crittografica  “la parola dal senso”. Giulio Paolini risponde aprendo pagine di Heidegger con frammenti di gesso, Gregorio Botta tiene in vita pagine bianche soffiandovi un alito di vento, Claudio Parmiggiani dipinge col fumo fantasmi di libri.
Fra cancellazioni e apparizioni del tempo sociale muove la fantastica animazione di William Kentridge (Anti Mercator 2010-11), quasi capofila di proposte attuali di “reinvenzione dei medium”. Come le pile di trasparenti libri in plastica del coreano Airan Kang che fanno scorrere la scrittura in led luminosi. Coreano è anche Kibong Rhee, che lascia fluttuare come ali bianche in una teca da acquario immerso in luce blu le pagine di un libro fondante del pensiero europeo, ilTractatus Logico-Philosophicus di Wittgenstein. Meravigliante prova di tecnoimmaginazione che dall’Asia emergente offre al Libro un miraggio di rinnovato futuro.

*La mostra internazionale d’arte contemporanea “Bookhouse - La Forma del Libro” è aperta nel MARCA di Catanzaro (via A. Turco 63) sino al 5 ottobre 2013. E’ promossa dalla Amministrazione Provinciale di Catanzaro per la cura di Alberto Fiz direttore del MARCA. Orari: 9.30- 13, 16 -20.30, lunedì chiuso. 
Ingresso 3 euro. Catalogo ed. Silvana. Info: tel. 0961746797

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