giovedì 22 novembre 2012

Chiara Fumai alla guerra dell'arte



La “barese” Chiara Fumai (è nata a Roma nel 1978, ma a Bari vivono i suoi genitori, e da qui partì per Milano da ragazza) è tra i cinque finalisti del premio Furla, il più prestigioso concorso italiano per giovani artisti, di cui è padrino quest’anno Jimmie Durham. Il vincitore sarà proclamato in gennaio, ma già l’ingresso in selezione è importante. In palio c’è la realizzazione di un’opera che sarà presentata a Venezia nella Fondazione Querini Stampalia in occasione della Biennale 2013 e poi passerà in comodato al MAMBO di Bologna, mentre all’autore sarà offerta una residenza presso il Wiels Contemporary Art Center di Bruxelles. Comunque vada, l’artista è lanciatissima dopo l’apparizione di quest’anno sulla maggiore ribalta internazionale di arte contemporanea, Documenta 13 a Kassel, dove era stata invitata direttamente dalla direttrice Carolyn Christov- Bakargiev. Il 16 settembre scorso la grande rassegna tedesca ha festeggiato la chiusura con una misteriosa performance di Chiara (“Shut up; Actually Talk”), la quale era già apparsa sui tetti del Fridericianum per un’altra performance nei giorni di preview, sotto gli occhi di giornalisti e critici di tutto il mondo. Ancor più radicale è il progetto presentato al Furla: una “dichiarazione di guerra” in chiave anarco-femminista, promette l’artista (in questi giorni è a Bari), con doppia location tra Bologna e Praga.
Ancora una personale a Praga, una performance a Parigi (Maison Rouge) e una mostra a  Mosca sono nella sua agenda. Si dilata così il suo mondo di concettosa visionarietà che mescola spiritismo e politica, occultismo e femminismo, lampi di storia e relazioni surreali, apparizioni e finzioni intriganti. E Bari ha avuto una sua parte nella crescita dell’artista nel giro di pochi anni. Merito dei promotori, curatori e commentatori di iniziative preveggenti che l’hanno vista protagonista in città:  la performance da “donna barbuta”nelle vetrine di Mincuzzi in via Sparano per “Gemine Muse” nel 2010, l’installazione della medium Eusapia Palladino nel teatro Margherita  per la seconda edizione del premio LUM 2011, la personale (“Valerie Solanas non è nata ieri”) nella galleria Muratcentoventidue nello stesso anno. Segno che oggi, se si fugge dal Sud, almeno non si sfugge. Ma l’attenzione dei pochi non basta. Bisogna alimentare le occasioni, irrobustire le strutture. E qui, tuttora, casca l’asino.

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