sabato 28 settembre 2013

A Terlizzi i volti sospesi per strada da Cosmo Laera

Da sabato scorso, una strada stretta e lunga nel centro storico di Terlizzi è occupata da una popolazione volante di volti fotografici sospesi in alto su pannelli quadrati, su più file tese fra un muro e l’altro, quasi panni a stendere o stendardi poveri. Al centro della strada l’ingresso ad un vano ipogeo è sbarrato dalla proiezione di un video che rimanda a scatti come di diapositive, su una colonna sonora a ritmo incalzante, gli stessi volti inframezzati da particolari di interni ed oggetti domestici. L’effetto è piuttosto straniante, perché i visi sono quelli degli abitanti e frequentatori della stessa via e di un paio di stradine adiacenti. E’ come se i ritratti scendendo da lassù prendano corpo e vita – un po’ come accadeva con la vernice magica del sor Lambicchi, striscia famosa del Corriere dei Piccoli ai tempi della (mia) infanzia.

L‘operazione è stata realizzata da Cosmo Laera, il noto fotografo pugliese, per la seconda puntata di un progetto ideato e curato da Maria Vinella per l’Edicola RaRa di Paolo De Santoli, la porta-finestra dello spazio sotterraneo che l’artista-gallerista terlizzese usa per apparizioni sul fronte-strada, sulla scorta di iniziative analoghe come a Roma l’Edicola Notte di H.H.Lim. L’intelligente ciclo “Insight” di cinque mostre- eventi con altrettanti protagonisti fu aperto da una suggestiva performance di Tarshito nel giugno scorso. La nuova personale che s’intitola “Vicino a te, vicino a me” segna un passaggio molto interessante nel percorso maturo di Laera. Il fotografo di Alberobello si è affermato per una serie cospicua di esplorazioni del territorio pugliese e non solo. Ma ha assunto rilievo anche il ritratto, non come “genere” di rappresentazione fisiognomica o indagine socio-antropologica ma in quanto evocazione di “incontri per immagini”. Il prodotto più rilevante sinora è la serie di oltre cento ritratti di operatori nel sistema della fotografia – artisti, critici, curatori, estimatori, amici – incontrati anche nel corso delle meritorie rassegne di cultura fotografica d lui organizzate.
Ma lì gioca l’identità riconosciuta, la notorietà spesso internazionale dei personaggi ripresi in bianconero, in pose diverse, in campo medio e in contesti spaziali significativi del loro lavoro o delle occasioni di rapporto. A Terlizzi invece la ripresa è in primissimo piano e di profilo, senza spazio contestuale, in colore basso come pallore di pelle. Propone personaggi anonimi, in gran parte di età avanzata e di condizione umile, con sguardi sfuggenti, ambiguamente rivolti ad un vuoto. Così il ritratto fotografico si dà come “chiave di accesso ai sentimenti”, e la folta installazione che ne risulta assume valenza potenzialmente processuale e relazionale: il fotografo ha cercato i suoi personaggi, è entrato nelle loro case, ha messo in posa i loro pensieri smarriti. I “microcosmi di vicinanza, relazione, condivisione” (Vinella) sono incontrabili a Terlizzi in via De Cristoforis, sino al 14 ottobre.

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